Fertilizzante Organico o Fertilizzante Minerale?
Iniziamo da alcune definizioni di base:
1. Minerale: I sali inorganici, compresi sodio, potassio, calcio, cloruro, fosfato, solfato e così via, detti così perché si ottengono (o si ottenevano in origine) dall’estrazione mineraria, Non sono necessariamente naturali.
2. Organico: Dal punto di vista chimico, si dice di una sostanza contenente carbonio nella molecola (ad eccezione dei carbonati e del cianuro). Le sostanze di origine animale e vegetale sono organiche. Ciò può avere molti altri significati oltre alle parti del corpo e agli stili di coltivazione, compresa la definizione delle leggi più fondamentali di uno stato. Tradotto liberamente, il termine ha una connotazione positiva (a meno che non riguardi una parte del corpo, nel qual caso si può trattare di una malattia, o la legge, in caso di violazione). Organica non significa necessariamente naturale.
3. Inorganico: In termini semplici, non organico. Anche inorganico non significa necessariamente naturale.
4. Naturale: Presente o prodotto in natura. La definizione continua per altre dieci pagine, e si riferisce anche al talento e al colore che va dal grigio-giallastro al giallo-arancione pallido (come può essere naturale?). Per noi, significa di base che non è stato prodotto dall’uomo, ma che è stato raccolto o trasformato a partite dalla natura. Questo dovrebbe essere necessariamente naturale, ma dipende dalla definizione che utilizziamo.
5. Sintetico: Prodotto dall’uomo o, più precisamente, non naturale: artificiale o innaturale.
Ora che abbiamo approfondito le definizioni, esaminiamo ciascuno di questi termini in rapporto della scelta dei costituenti o dei composti per i sistemi di coltivazione.
Le radici delle piante possono essere selettive rispetto agli elementi che lasciano passare attraverso la membrana cellulare e nella pianta. Si tratta di un sistema che comprende diversi elementi che funzionano permettendo l’accesso a tutti gli elementi più piccoli di una data dimensione per diffusione. Spostano attivamente molecole molto specifiche come i nitrati o elementi singoli più grandi, o con svariati altri metodi. Gli elementi minerali sono quelli che si scindono e sono disponibili più rapidamente di qualunque altro elemento.
Poiché tutti gli elementi, inclusi quelli applicati organicamente, devono essere disponibili come un unico elemento per poter penetrare in una cellula (ad esclusione delle molecole di specialità), e i componenti applicati organicamente sono anch’essi molecole complesse in attesa di scindersi in prodotti finali utilizzabili, i minerali sintetici inorganici reagiscono più rapidamente con una pianta e possono essere controllati con maggiore precisione. Essi vengono forniti in molte combinazioni, come nitrato di ammonio, nitrato di calcio, solfato di potassio o fosfato di potassio, ioni che si dissociano in soluzione permettendo l’assorbimento nella pianta.
Purtroppo essi vengono forniti con componenti indesiderati come il molibdato di sodio o, quando il materiale ‘estratto’ non è puro, queste impurità o componenti indesiderati creano problemi. Questo è particolarmente vero in relazione ai metalli pesanti. Questi elementi indesiderati possono depositarsi nel mezzo generando sali o altri problemi di tossicità, o penetrare nella pianta per essere depositati nei vacuoli delle cellule, dove rimangono fino a quando non vengono consumati dall’utente finale o non si degradano nel suolo.
Il termine organico utilizzato nell’industria dei prodotti vegetali implica due concetti di base.
Un concetto si basa sul materiale, in quanto all’origine dell’azoto vi è una molecola organica, e contiene carbonio, come osservato sopra, che deve scindersi per diventare disponibile. Esso si riferisce inoltre al prodotto finale, alla pianta o alla frutta raccolta o utilizzata; ad esempio, la lattuga è organica, che significa che tutti gli interventi sul raccolto sono stati effettuati con programmi totalmente naturali e organici per fertilizzare le piante, combattere le malattie, ecc.
Un prodotto composto come un fertilizzante può contenere dei costituenti organici con elementi minerali e può essere organico o no, a seconda dei due componenti. I componenti organici sono riconosciuti come sintetici o naturali, e possono essere prodotti dall’uomo. Quando si parla di fertilizzanti, ad esempio, si utilizza fondamentalmente l’azoto, e tutto il resto è incidentale. L’azoto organico naturale viene ricavato da componenti integrali di organismi che erano viventi, vegetali o animali, come letame, foglie secche o farina di sangue. Occorre che gli organismi completino il processo di degradazione, quindi anch’essi devono essere presenti affinché l’azoto diventi lentamente disponibile.
L’azoto organico sintetico contiene composti come l’urea o la formaldeide di urea (FU) che viene rilasciata in base ai microbi, alla temperatura, al PH o alle altre condizioni del mezzo. Questo azoto diventa disponibile piuttosto rapidamente, anche se occorre un processo di scissione. Vi sono vantaggi e svantaggi, poiché tanto più l’azoto diventa disponibile rapidamente, tanto minore è il tempo durante il quale è disponibile per le piante, e tanto maggiore la probabilità di bruciarle. Per fare parte del programma di coltivazione organica, inoltre, l’azoto deve essere organico naturali. La presenza degli elementi rimanenti forniti è quasi incidentale nella miscela del fertilizzante. Soltanto selezionando con cura il fertilizzante più adatto per il processo di decomposizione, selezionando o definendo i microbi giusti per la scissione del fertilizzante e progettando il percorso di decomposizione, un fertilizzante organico come BIOCANNA Bio Vega e Bio Flores, può contenere un valore nutritivo specifico e noto.
Se per rendere completo un fertilizzante occorrono altri costituenti principali, occorre aggiungerli alla miscela di azoto o aggiungerli separatamente. Utilizzando una miscela di componenti di origine animale e vegetale ci si avvicina a tutti gli elementi necessari, ma non se ne dispone completamente. Un coltivatore che utilizza per fertilizzare componenti organici al 100% non potrà mai massimizzare il raccolto.
Alcuni componenti, come il calcio, sono necessari in grandi quantità, ma vengono consumati durante il processo di degradazione. Per il fosforo necessario si può aggiungere farina di ossa, ma non per tutti i consumatori di coltivazioni biologiche, poiché alcuni non vogliono che vengano utilizzati sottoprodotti animali. La soluzione migliore consiste nel fornire i supplementi necessari per ottenere il rapporto corretto con elementi disponibili in natura, come carbonato di calcio (limo) o fosfato di roccia. Il materiale tuttavia non può più essere descritto come ‘Organico’, ma è ‘Naturale e organico‘.
Come osservato prima, la definizione di naturale e organico potrebbe applicarsi anche all’azoto organico sintetico e al fosfato di roccia, contaminato con metalli pesanti.
Non è ancora molto chiaro?
Per riassumere, quindi, vediamo che il termine organico ha molti significati, come pure il termine naturale, e tuttavia entrambi possono essere utilizzati contemporaneamente per ottenere risultati migliori.
Che fare?
Per il coltivatore dovrebbero innanzitutto risultare chiari alcuni elementi. Alcuni componenti sono presenti in quasi tutti i terreni minerali completamente naturali adatti per le coltivazioni, quindi perché coltivare in condizioni totalmente organiche? Alcuni costituenti importanti, come il calcio, sono presenti nel limo, il fosforo è presente in tutti i terreni, nello stato legato o libero, il fosfato è la forma ossidata ed è presente in tutti i terreni minerali (la maggior parte di questo è legato in composti di calcio e fosfato e rimane non disponibile).
Per utilizzare composti organici naturali occorre un ambiente adatto per le radici, contenente i microbi necessari per la scissione dei composti organici; occorre inoltre tenere conto delle condizioni fisiche di temperatura, umidità e PH che influenzano il processo.
Le coltivazioni organiche richiedono non soltanto di utilizzare il fertilizzante adatto; tutti i componenti devono soddisfare le norme, i semi o le talee utilizzati devono avere una provenienza organica, e per il controllo delle malattie si devono utilizzare composti naturali o di origine naturale al 100%, derivanti dalle piante o dagli animali.
I materiali utilizzati per produrre i componenti di sistemi organici devono essere organici a loro volta. Ad esempio, se si utilizzano estratti di piante, queste devono essere anch’esse prodotte in modo naturale e organico. La coltivazione organica richiede tempo, e i materiali utilizzati per fertilizzare hanno bisogno di qualche tempo per scindersi in misura sufficiente per soddisfare le esigenze delle piante.
Può trattarsi di un processo prolungato, e possono essere necessarie decine di processi per trasformare un componente organico come una cellula in un elemento singolo disponibile o in una molecola di specialità come il nitrato. Come la fertilità, la coltivazione organica naturale richiede che venga creato un microcosmo per la trasformazione del composto organico che deve essere ridotto.
Si possono aggiungere al terreno tutto il concime, i residui e la farina di sangue che si vuole, ma in mancanza di un microcosmo biologico rimangono dove sono. Potrebbero scindersi seguendo un processo di riproduzione-ossidazione, ma non sarebbe sufficiente per fertilizzare un raccolto. Occorrono organismi che forniscano le proteine grezze o altri componenti, e un’altro organismo che alimenti questi prodotti di rifiuto, e ancora un’altro, fino a trasformare il composto in una forma utilizzabile per la pianta.
Per ottenere le sostanze nutritive corrette, occorre un’equilibrio fra gli organismi: devono essere presenti una microflora, e una microfauna al momento giusto. Tutto questo deve avvenire nella zona delle radici e in un mezzo che lo supporti: una base organica con punti di magazzinaggio: il nostro sistema, pertanto, è limitato al terreno o ai mezzi organici senza terreno, normalmente torba, poiché i suoi valori sono adatti per i composti organici.
Il fertilizzante migliore da utilizzare è quello più vicino possibile alla fase finale della scissione: in questo modo si eliminano le variabili e le ipotesi. I tè organici o il compost liquido sono fra le sostanze che più si avvicinano ai risultati finali; tuttavia, essi sono tutti diversi e tendono a variare in base ai componenti trasformati in tè e alle oscillazioni stagionali della temperatura (o ad altri fattori esterni) dello stabilimento di produzione.
In un mondo perfetto, verrebbero utilizzati serbatoi di fermentazione giganti per trasformare le materie prime in un fertilizzante liquido con l’aggiunta accurata di microbi specifici prodotti nel terreno che agiscono soltanto nella prima fase, e una volta completata la digestione, essi verrebbero eliminati e sostituiti con microbi della fase successiva.
Questo processo si ripeterebbe con gli stessi microbi, studiati per produrre composti molto particolari, fino alla fase finale di imbottigliamento e di vendita del fertilizzante. Una volta applicata, la sostanza si ridurrebbe immediatamente sulla superficie delle radici, per diventare immediatamente disponibile per la pianta. I materiali e il processo sarebbero organici al 100%, e non vi sarebbero altre aggiunte oltre ai microbi (se necessari in questa fase): forse per ora è un desiderio, ma può essere attuato con le tecniche future.
CANNA produce fertilizzanti per terreni/mezzi senza terreno prodotti esattamente in questo modo. I loro nomi sono Bio Vega e Bio Flores, rispettivamente per la fase di crescita e di fioritura. Purtroppo, tutte le tecnologie del mondo non aiutano a chiarire l’uso industriale di termini come naturale e organico. Per fortuna sono state emanate leggi mirate a limitare le diciture ammesse sulle etichette e nella pubblicità, e sono state create organizzazioni allo scopo di sanzionare i componenti e i processi non idonei a un sistema o a un programma di coltivazione organica.
Si garantisce così ai consumatori di ottenere esattamente ciò che pensano. Organizzazioni com l’OMRI (Organic Materials Review Istitute) e l’istituto di controllo dell’Unione Europea esaminano i materiali etichettati come organici o di produzione organica e certificano i materiali e i processi utilizzati. Non solo esaminano i tipi e le origini dei materiali utilizzati, ma disciplinano anche il processo, dalla raccolta all’imbottigliamento.
Essi riconoscono inoltre l’incapacità delle sostanze totalmente organiche di fornire tutti gli elementi necessari ad una pianta, e permettono di utilizzare determinati componenti naturali e puliti. Questi sono servizi retribuiti che garantiscono il prodotto e il processo. Il governo, dall’altro lato, dovrebbe effettuare dei controlli dell’utilizzo di questi termini sulle etichette dei prodotti. Alcuni stati disciplinano il layout e il contenuto delle etichette dei fertilizzanti e dei pesticidi.
La maggior parte di essi non permettono di utilizzare i termini ‘organico o natural’ se non si soddisfano determinati criteri. Alcuni si attengono alle linee guida degli istituti di esame; alcuni sono molto più rigorosi, e permettono di utilizzare le sostanze organiche quando gli unici componenti di un prodotto sono di origine vegetale o animale. La registrazione mira a proteggere gli acquirenti e i consumatori dalle aziende che vendono illecitamente prodotti non idonei con dichiarazioni e affermazioni false o che generano confusione.
Il coltivatore deve fare il resto, per decidere quale percorso gli sia più congeniale.
Il materiale informativo di questo articolo è fornito da BIOCANNA